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Emicrania: identikit di un dolore

L’emicrania è così fortemente disabilitante che l’Organizzazione Mondiale della Sanità la colloca al 19° posto nella classifica delle malattie più disabilitanti, a pari merito con cecità, tetraplegia e psicosi. Ciò vuol dire che, durante l’attacco, l’emicranico è disabilitato come uno che non possa vedere, che sia immobilizzato ai 4 arti o non possa ragionare!

Che cosa è l’emicrania?

L’emicrania, conosciuta anche come mal di testa , è una forma di cefalea molto frequente che compromette la qualità di vita. Di solito, il dolore interessa la metà del capo, è associato ad una sensazione i battiti (dolore pulsante) e si accompagna ad altri eventi, come il fastidio per la luce (fotofobia) o per rumori (fotofobia) e la nausea. Comunemente compare fra i 25 e i 55 anni di età e colpisce maggiormente le donne. Occasionalmente, può diventare invalidante: di solito, è associata a riduzione del rendimento lavorativo assenteismo e compromissione della vita quotidiana. Per fortuna, l’emicrania può essere controllata con successo mediante un trattamento adeguato.

Perché compare il dolore emicranico ?

Il meccanismo e le cause dell’ emicrania non sono noti con esattezza. In linea di massima, si ritiene che nel cervello delle persone affette da questo disturbo possono verificarsi alterazioni temporanee della funzione dei neuroni (cellule del sistema nervoso) che attiverebbero una serie di processi, che provocherebbero in ultima istanza il dolore. Uno dei più importanti fattori predisponenti a questa condizione è l’ereditarietà: più della metà delle persone colpite hanno un’anamnesi famigliare positiva per emicrania.

Quali sono le caratteristiche dell’emicrania ?

Alcune ore prima della comparsa degli attacchi di emicrania possono verificarsi manifestazioni specifiche quali affaticamento, astenia, ansia, sbadigli ripetuti, voglia di mangiare ecc. In seguito compare il dolore che, nella maggior parte dei casi, colpisce un solo lato del capo (unilaterale) anche se può essere bilaterale. Questo dura da 4 a 72 ore, è pulsante e si accompagna a fastidio per la luce e per il rumore, a nausea o vomito. La sua intensità è moderata o grave, e aumenta con l’esercizio fisico, per cui interferisce con le attività quotidiane. Tipicamente, la persona che ne è affetta cerca di mettersi a riposare in un luogo buio e silenzioso per sopportare l’attacco di emicrania. La sintomatologia dolorosa può anche essere preceduta o accompagnata da una serie di manifestazioni tipiche, denominate aura. Dopo la scomparsa del dolore, la persona si sente stanca, irritabile, lamenta difficoltà di concentrazione, debolezza e perdita di appetito.

Che cos’è l’aura emicranica?

Si tratta di un’alterazione momentanea della funzione del sistema nervoso che precede o accompagna il dolore e, solitamente, dura meno di un’ora. Si manifesta abitualmente con disturbi visivi: comparsa di luci scintillanti (a volta a zigzag), macchie nere, o oscuramento di una metà del campo visivo (emianopsia). Possono anche comparire distorsioni visive (metamorfopsie). Un altro sintomo comune è la sensazione di formicolii, torpore o punture di spilli che inizia alle mani e si sposta alle braccia e poi al volto, alle labbra o alla lingua. L’emicrania interessa solo il 20% dei soggetti affetti da emicrania.

Quali fattori possono scatenare l’emicrania ?

La persona che soffre di emicrania spesso nota che il dolore compare quasi sempre dopo aver consumato un determinato cibo o dopo aver dormito poco: ciò indica la presenza di fattori scatenanti l’emicrania che in molte persone coincidono. Alcuni dei più conosciuti sono il consumo di alcol o di alimenti al cioccolato, formaggio e alcuni conservanti chimici. Questo non implica che vi sia una “dieta antiemicrania”, anzi al contrario, tali diete oltre che costose, possono rivelarsi dannose. Nelle donne, il fattore scatenante più comune è quello delle mestruazioni. Altri fattori sono, ad esempio, stress, stanchezza, disturbi del sonno, lunghi periodi di digiuno, cambiamenti climatici, determinati odori e alcuni farmaci. E’ importante individuare queste cause, in quanto permettono di stabilire un migliore trattamento dell’emicrania.

Come si può trattare l’emicrania ?

L’emicrania è una malattia che colpisce in larga misura la qualità della vita, ma può essere efficacemente controllata se si instaura una terapia adeguata. Il trattamento di questa condizione richiede misure farmacologiche e non farmacologiche. Tra queste ultime , è necessario identificare i fattori scatenanti per poterli evitare. Si consiglia di dormire regolarmente, di non saltare i pasti e di praticare una attività fisica regolare, preferibilmente, ad esempio, marcia, nuoto, yoga e pilates. La terapia psicologica per il controllo dello stress è anche molto utile, così come l’impiego delle tecniche di rilassamento.

Il trattamento farmacologico comprende il controllo immediato del dolore e la prevenzione delle crisi, che mira a ridurre la frequenza e la gravità degli attacchi e, se possibile, evitare la loro comparsa. La scelta della strategia dipenderà da altri fattori, come la frequenza degli attacchi, la loro intensità e il loro impatto sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette. Ad esempio, se gli attacchi sono molto frequenti e invalidanti, è preferibile instaurare un trattamento preventivo, al contrario, se le crisi sono molto sporadiche, sarà sufficiente trattare il dolore nel momento in cui esso compare. Tra i farmaci utilizzati vi sono i comuni analgesici, gli antiemicranici specifici e altri agenti che aiutano a prevenire la comparsa delle crisi dolorose e ad attenuare le manifestazioni associate. L’autoterapia è spesso dannosa, per qualsiasi dubbio meglio consultare uno neurologo con esperienza comprovata nel capitolo delle cefalee.

Professore Fabio Antonaci

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