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Che l’emicrania potesse avere anche un colore politico non me lo sarei mai aspettato.

Qualche giorno fa mi è capitato di ascoltare alcuni episodi di un podcast che dava informazioni su una patologia molto invalidante che affligge tante persone.

Non discuto sul valore che possa avere ogni mezzo onesto di informazione sul tema, ma che a farlo fosse una rappresentante del mondo politico, beh questo non mi è piaciuto molto. Vero è che si tratta di un’emicranica come me, ma il tutto potrebbe apparire come vera e propria propaganda.

Tra le altre cose si finisce con il fare riferimento alla legge che ha riconosciuto la cefalea come malattia sociale e su questo, per dovere di cronaca, sarebbe stato opportuno puntualizzare che già dal 2011 qualcun altro aveva cercato di raggiungere questo obiettivo. Ma queste sono quisquilie ed è “giusto” non farne menzione. A mio pensare, sarebbe stato meglio invece evidenziarlo seppure a grandi linee e avrebbe fatto onore alla persona che ha preferito non farne alcun riferimento.

Ma in politica, si sa, tutto è lecito e allora permettiamolo che gli emicranici vengano “usati”, per così dire, per dare importanza a chi attualmente non se la passa tanto bene in termini di consenso politico. In questo modo gli invisibili come me diventano importanti e, quasi commossi da cotanta attenzione, sono portati a esprimere riconoscenza.

La stessa che si dimostra quando si lodano a dismisura persone che della notorietà si nutrono ogni giorno non potendo preferire la nobiltà d’animo perché purtroppo non posseggono.

A questo punto, come emicranica ben curata, mi sento in dovere di ringraziare tutti per l’attenzione datami, ma come sempre, mi piace sottolineare anche che io, emicranica con un cervello pensante e con un credo politico ampiamente delineato, con onore e dignità continuo a stare dall’altra parte.

By Vicky