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C’è nell’aria qualcosa di diverso quest’anno. C’è, mentre sta per finire un 2020 pesantissimo e difficile, una voglia diversa di Natale.

Gli altri anni erano le vetrine e la pubblicità martellante a farci capire che si avvicinava questa festa tanto amata e un brivido percorreva la nostra schiena come se rifiutassimo, fino all’ultimo momento, che si parlasse troppo presto di panettoni e alberi da addobbare.

In questo ultimo scorcio terribile di 2020, stranamente si accendono in anticipo le luminarie sui balconi e le stelle scintillanti.

Ora, nelle nostre orecchie stanche di sentire bollettini di guerra a ogni ora del giorno, nelle menti stanche di avere paura, nei nostri occhi stanchi di vedere scene di ospedali al collasso e numeri di nuovi contagi e morti, c’è una strana voglia di Natale.

E non ci prende la frenesia e non ci importa di arrivare tardi nei negozi strapieni di persone perché non ci sarà la meravigliosa calca degli altri anni. Non ci saranno spintoni e contatti umani casuali che ci davano anche fastidio. Non ci saranno gli abbracci e i baci di convenienza, ma neanche quelli veri che ti facevano sostare un po’ sulla spalla di un amico per fargli arrivare un affetto vero.

Le luci ci saranno, quelle sì, ma non ci riscalderanno il cuore perché non sarà Natale per tutti, ora più che mai. E non si vedrà il sorriso largo che regalavamo a tutti, anche di corsa, sentendoci più uniti almeno per un po’.

Con l’inseparabile mascherina cercheremo a fatica almeno di far sorridere gli occhi e di pronunciare con la bocca spesso muta un attutito “Buon Natale” rivolto non soltanto ad amici e parenti, ma al mondo tutto, mentre malato e affaticato, sta cercando di rialzarsi.

By Vicky con il profondo affetto di sempre e gli auguri sinceri di serenità