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Ormai il Covid fa parte prepotentemente della nostra vita e l’ha cambiata.

Sopportiamo, ormai, oggi più che in un passato abbastanza recente, tantissime cose. Abbiamo sopportato, all’inizio di un 2020 tremendo, ogni troppo velocemente mutevole chiarimento su una malattia che uccideva e continua a uccidere.

Abbiamo sopportato che “esperti” di ogni fattispecie diventassero “di famiglia” per come apparivano continuamente in televisione senza esserci davvero utili.

Ora che il 2020 sta per finire siamo in verità cambiati, ma non sempre nel senso buono della parola.

Siamo, in compenso, un po’ più smaliziati. Non crediamo facilmente a tutto e non siamo ingenui come prima.

Questo, vi dico la verità, mi sta molto bene.

L’altro giorno mi è stata mandata una ennesima mail da parte di un’associazione Onlus particolarmente conosciuta dai cefalalgici come me. Per l’ennesima volta mi veniva proposta la lettura dell’ultimo numero della loro famosissima rivista.

Ho letto spesso quanto da loro proposto perché sono una ammalata di lettura, ma era da un bel po’ che mi privavo del loro modo di proporre tematiche inerenti alla mia già insopportabile patologia. Quando ho aperto la mail e ho sbirciato, di fretta (l’ammetto), i titoli hanno attirato la mia attenzione e ho cominciato a leggere.

Si trattava naturalmente di emicrania, ma i medici e gli esperti si esprimevano, come sempre, in maniera non chiara. Dico così non per partito preso, ma perché leggevo e rileggevo senza capirci nulla. Scusate, ma se da paziente emicranica devo leggere qualcosa che mi chiarisca le idee, non devo per forza avere la laurea in medicina. Lo specialista deve usare termini scientifici, e il suo disquisire deve essere comprensibile se i destinatari di ciò che scrive sono i pazienti. In caso contrario essi perdono la pazienza già messa a dura prova dalla malattia e dal dolore cronico. Ma andiamo avanti.

Veniva, poi, proposto l’ennesimo articolo di una persona che coglie ogni occasione per attirare l’attenzione sull’importanza di un gruppo formato da medici e pazienti.

Tutto meraviglioso, già, se solo fosse tutto vero. Se solo fosse vera la sua bontà infinita.

In basso, finalmente, la parola a una paziente. Qui mi sono emozionata. Ho pensato: allora è vero che i pazienti hanno voce anche qui?

Ho cominciato a leggere con maggiore interesse. Leggevo con l’impazienza di una bambina che stava scartando il regalo di Natale. Visto il titolo, mi aspettavo suggerimenti utili a lenire la sofferenza dei pazienti emicranici in tempi di Covid.

La delicatezza d’animo della persona preposta a farsi portavoce di tutti i cefalalgici la portava a fare una panoramica delle meravigliose opere di Gianni Rodari. Tutto bellissimo se delle opere elencate, di questo fantastico scrittore, lei ne avesse letto davvero almeno una o se quanto meno tutto ciò fosse trapelato.

Sì, scusatemi se ho provato un profondo senso di delusione. Personalmente di questo autore eccellente le consiglierei la versione in versi del famoso Pinocchio. Giusto per rimanere almeno nel tema delle bugie. Tutto mi è sembrato come abilmente scopiazzato da qualche parte e con scarsissime e a volte inesistenti considerazioni personali.

Come la bambina che stava scartando il meraviglioso pacco, ho chiuso la mail e ho accartocciato idealmente “l’involucro” della rivista fatto di ingannevoli e inutili lustrini.

By Vicky