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Paziente?

Paziente? Ora sì.

Il paziente ammalato di una malattia cronica è un paziente complesso e difficile da trattare.

Il paziente ammalato di emicrania è un paziente a volte molto poco paziente. Tende egli stesso a minimizzare la sua malattia importante e si affida spesso al ” fai da te”.

In questo modo, purtroppo, la sua malattia finisce con il diventare ingestibile e insopportabile. La sua sofferenza viene tamponata con un uso smisurato di farmaci da banco e la sua vita poi non è più vita. Scattano in lui il vittimismo, la tendenza a recriminare, ad esagerare nelle reazioni, ad esacerbare anche il più piccolo dei problemi quotidiani. Il sentirsi incompreso o compreso in maniera sbagliata , lo isola da tutti, amici, parenti, conoscenti. La vita per lui e per chi gli vive accanto diventa un inferno. Non sempre l’emicranico si rivolge ad un centro per la cefalea e tira a campare chiedendo prescrizioni al medico di famiglia o fiondandosi sui farmaci che ottiene facilmente in farmacia e che inghiottisce senza ritegno.

Quando arriva a questo stadio il paziente non è più “paziente”. Non osserva fedelmente i consigli dello specialista, casomai decidesse di rivolgersi ad uno di essi. Apparentemente prende sul serio quanto raccomandatogli. Banalizza, critica, non vuole vedere i piccoli passi in avanti fatti perché vorrebbe tutto e subito quasi come se questo tutto si potesse ottenere con uno schiocco di dita. Finisce allora con il saltare da un centro all’altro, da uno studio medico all’altro, in una sorta di spasmodico girare su una giostra impazzita.

In questo modo i risultati non ci sono davvero, lo sconforto riassale e le parole che gli sentirete ripetere saranno queste: i farmaci di profilassi li ho provati tutti, le cure le ho provate tutte, i triptani li ho presi tutti, questi medici non ci capiscono nulla, vanno a tentativi sulla mia pelle!

Il paziente non paziente diventa davvero ingestibile e mai, dico mai, gli sentirete ammettere i suoi errori.

Da emicranica quale sono è triste scrivere queste cose, è triste pensare queste cose, ma mi ritrovo a scriverle e pensarle. Ho smesso da un bel po’ di essere com’ero. Solo quando ho messo in discussione me stessa ho avviato il motore del miglioramento. Prima facevo solo finta di volermi bene.

By Vicky