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Quando da piccola ne combinavo una delle mie e mia mamma si accorgeva puntualmente che avevo fatto di tutto per nascondere e mascherare i danni provocati, mi diceva una frase che ricordo ancora troppo bene: “stai mettendo una pezza a colore?” Intendeva dire che se vuoi riparare bene uno strappo devi trovare una toppa dello stesso colore del capo originario o quantomeno di un colore che ci sta bene.

Oggi mi chiedo: non stiamo facendo lo stesso noi mentre affrontiamo l’emergenza coronavirus? Non stiamo cercando forse di cucire una pezza del giusto colore sugli strappi provocati dal covid-19?

Noi che siamo rimasti in casa segregati abbiamo cercato di autoconvincerci che ci piaceva stare rinchiusi perché eravamo più al sicuro. E lo eravamo certo, ma vivevamo momenti di angoscia totale per la privazione della libertà.

Chi andava fuori diventava, per noi segregati, un eroe, ma in realtà lui non assaporava davvero la sensazione di esserlo. Viveva egli solo terrore, rimettendoci a volte anche la vita, perché mandato a combattere senza le armi adatte. Ma la sua pezza era fatta di sorrisi regalati anche a malati che sarebbero morti sicuramente e da soli.

Chi svolgeva servizi utilissimi alla società, pulendo e disinfettando corsie di ospedali, uffici, supermercati, diventati campi di battaglia, non era considerato eroe, anzi non era mai stato neppure considerato in generale. Continuava però a fare il suo dovere, perché la sua pezza era l’orgoglio con cui si era sempre guadagnato da vivere.

Chi da insegnante aveva svolto anche in tempo di pace un compito sottovalutato dalle famiglie e dal governo e “meritava” di essere malpagato perché “sempre in vacanza”, ora si rimboccava subito le maniche perché già abituato a farlo. In silenzio svolgeva la sua didattica a distanza e lo faceva con tutti i mezzi a sua disposizione, puntualmente, ogni mattina e fino a tardi la sera, se occorreva. E faceva l’insegnante e lo psicologo per ragazzi che aveva sempre considerato figli suoi e che adesso erano soli e disorientati ad affrontare un mostro invisibile.

I ragazzi, da sempre etichettati come scansafatiche e amanti solo dello sballo e del divertimento, avevano messo anche loro una pezza adatta accettando in silenzio uno stile di vita lontano mille miglia da quello che aveva caratterizzato le loro giornate. In silenzio, avevano spiato i volti preoccupati di genitori che magari perdevano il lavoro. Cercavano di mascherare realtà fatte di difficoltà e facevano salti mortali per rendere invisibile la mancanza di un computer che fosse tutto loro, o una connessione poco efficiente, o il non avere una cameretta perfetta alle spalle durante il collegamento della didattica a distanza.

Non avevano messo una pezza anche i poveri anziani? Dopo una vita di lotte avevano accettato di stare in una casa di riposo per non pesare su figli troppo presi dai mille impegni. La loro pezza erano già stati i sorrisi falsi sfoderati per coloro che li andavano a trovare di tanto in tanto. Ora, rinchiusi nella loro prigione non sempre dorata, erano soli ad affrontare il pericolo di una malattia nuova e cattiva quanto la loro solitudine.

Hanno messo una pezza a colore i bambini che hanno disegnato arcobaleni e inconsapevolmente sono diventati concorrenti della gara all’arcobaleno più bello da mostrare nei social o sui balconi. Ma pochi hanno visto davvero le loro lacrime per una paura che non si è potuta filmare per farne oggetto dell’ennesimo video.

Hanno messo una pezza quei medici e infermieri prima costretti a vivere da disoccupati. Hanno risposto poi numerosi quando sono stati allertati dall’emergenza. Non lo meritavano certo governi che di sinistra, di destra o di centro che siano, la prima cosa che fanno, giunti al potere, è quella di tagliare sulla scuola e sulla sanità, dimenticando le belle parole delle loro campagne elettorali.

E una pezza, anzi, un velo pietoso abbiamo steso noi poveri cittadini su tutte le parole dette e mai riflettute veramente da tutti quei virologi, infettivologi, esperti, politici che, mostrandosi a turno in questa o quella trasmissione televisiva, hanno fatto affermazioni rivelatesi poi completamente sbagliate.

Era purtroppo una pezza del colore adatto che ha nascosto bene errori gravissimi. Ne è testimonianza il numero altissimo e vergognoso di vittime non colpevoli. A loro, e solo a loro, va il mio pensiero e il mio ricordo che mai si sbiadirà.

By Vicky