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Non tutti gli esseri viventi hanno la stessa sensibilità. C’è chi vive cibandosene piacevolmente e vivendo la sua vita costruendo rapporti fatti di profonda empatia e sincerità. C’è chi si commuove per un nonnulla e piange copiosamente mentre legge un libro, mentre è al cinema a guardare un film, mentre ascolta musica con i brividi nella schiena. C’è chi sorride teneramente a quelli che lo incrociano per strada e stringe a loro un filo di meraviglioso incantesimo in un attimo. E c’è chi costruisce amicizie dal nulla e con i suoi amici si stringe forte forte e li consola e piange con loro e ride a crepapelle con loro, vivendo ogni attimo insieme amplificando al massimo ogni sfumatura di sentimento. E la vita queste persone la vivono a pelle, nutrendosi delle sensazioni che provano e soffrono spesso, ma preferiscono vivere così piuttosto che nella condizione di chi la sensibilità non la conosce e vive freddamente ogni cosa. Questi esseri distaccati criticano inevitabilmente gli empatici e li fanno sentire esseri inutili e ingenui.

Gli emicranici solitamente fanno parte della prima categoria e con la loro testa dolente sempre alta vivono ogni attimo della loro precaria esistenza fatta di sensazioni cercando continuamente quelle attenzioni che potrebbero alleggerire il loro patire. Non sempre si ritrovano a ottenerla questa comprensione e finiscono spesso con il lesinarla come un mendicante all’angolo, steso a terra e senza forze.

Si nutrono anche di sorrisi distratti e se trovano persone affini si legano ad esse dando e dando e dando. Non sempre ricevono nel momento esatto del loro assoluto bisogno, ma quando l’aiuto arriva lo custodiscono come fosse un tesoro di raro valore. E il loro sguardo triste si illumina, pronto ad affrontare anche l’inverosimile.

By Vicky