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…ma che non sempre hai . Sembra infatti  che solo il 15% dei pazienti emicranici con disabilità moderata o severa ricevono una terapia preventiva. Meno del 30% dei pazienti emicranici assumono un farmaco raccomandato dalle linee guida. E’ quanto é emerso da un lavoro presentato all’ultimo congresso della Società Americana delle Cefalee (AHS, Ashina S e coll.) su un campione di 21143 pazienti.  Risulta inoltre che solo il 28% di coloro che hanno risposto all’indagine assume un antiemicranico specifico durante un attacco di emicrania moderato- severo.  Infine solo il 15% dei pazienti che avevano 4 o più episodi al mese avevano ricevuto un trattamento preventivo antiemicranico.

Il problema potrebbe essere dovuto all’informazione che ricevono coloro che si occupano di pazienti con cefalea (medici di base, neurologi generalisti, medici di medicina del dolore ecc). Nonostante anche nel nostro paese già dagli anni 90 sono stati effettuati numerosissimi corsi di addestramento, perfezionamento, scuole cefalee, master ecc, il problema negli Stati Uniti come in Italia rimane. I medici che si occupano di cefalee devono acquisire una competenza specifica e anche allora spesso accade che non tutti i provvedimenti terapeutici non vengono prescritti. Da questo comportamento, in caso di insuccesso terapeutico si può aprire la strada impervia che il paziente imbocca verso l’autoterapia o terapie che possono essere non validate e/o economicamente impegnative.

Lucignolo