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“Cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua”.

Una canzone famosa risuona nelle mie orecchie pronte ad ascoltare solo una parola: preparativi.

Eccomi allora pronta ad organizzare, a preparare, a prevedere, a far sì che tutto sia perfetto.

Una caratteristica di noi emicranici? Essere perfettini, rincorrere i difetti per demolirli. Tutto deve quadrare e tutto deve essere organizzato nei dettagli molti giorni prima, come se un cataclisma potesse essere alle nostre spalle in agguato. Così la nostra ansia ci divora e divora chi ci vive accanto, coloro cioè che ne farebbero volentieri a meno e che vorrebbero godersi il tutto senza le nostre strampalate raccomandazioni. Poi arriva il grande giorno della partenza e il primo nostro bagaglio è quello delle medicine. C’è di tutto, oltre ai farmaci per il mal di testa, il nostro borsello fa la concorrenza al kit di sopravvivenza nella pampa sconfinata. Non sto scherzando, è così, e mentre lo trascini sopra il trolley lui è lì quasi a dirti di stare tranquilla, che ti soccorrerà se ti capiterà di finire nel Triangolo delle Bermuda.

Poi tutto va come doveva andare e il tuo kit risolve pochi problemi di quelli che avevi previsto con frenesia snervante. Altri problemi sono sorti e non rientravano nell’elenco lungo e inutile che avevi stilato.

Rimetti tutto al suo posto al ritorno e nel riporre questo o quel vestito sorridi della tua ansia, ripromettendoti di non ripetere gli errori la prossima volta, anche se sai che sarai sempre la stessa e cercherai di assaporare almeno gli ultimi scampoli dell’estate. Quelli che ti godrai senza pretendere troppo.

By Vicky