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L’anno che verrà.

Ultimi giorni di un anno già vissuto.

Giorni di concitata attesa, di concitato inseguire la serenità futura, di concitato programmare il nuovo che verrà.

Tutto come quando si programma un viaggio immaginato a lungo.

Si inizia con un’idea e da lì un susseguirsi di desideri, di speranze, di progetti.

Poi si passa alla concretezza. E subito dopo si preparano le valigie che si erano impolverate della polvere dell’attesa e della speranza.

I vestiti abilmente ripiegati e indossati un po’ già con la mente su una passerella che preveda momenti caldi ed altri più freddi.

Le scarpe? Le più comode, perché si camminerà molto.

E finalmente arriva il grande giorno e il conto alla rovescia lascia il posto all’affacciarsi ad una finestra nuova. E’ tutto diverso, nulla è come avevamo cercato di prevedere e l’anima si affaccia su un paesaggio mai visto prima. Un po’ di paura lascia il posto alla voglia di camminare con il passo della scoperta, della curiosità di un bambino.

Tutto scorre, tutto va come deve andare. La pioggia bagna la macchina fotografica, un sorriso colora uno sfondo mozzafiato, una lacrima si infila tra una risata e l’altra. Tutto come alla finestra di un grande albergo o di una pensioncina, con il profumo di un vestito nuovo o di uno lacero che non butteresti mai. Tutto va come deve andare, con le nuvole o con il sole, perché non si rinuncia ad una vacanza sol perché piove o sol perché ci sono meno soldi da spendere.

Tutto va senza rimpianti e con le scarpe comode, le più comode che abbiamo per camminare su tutti i sentieri e comunque senza perdere mai né la forza né l’impegno perché tutto vada meglio, perché la vita sia migliore.

Buon 2019.

By vicky