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La vita chiama

Quando arriva un attacco emicranico forte, inevitabilmente la mia vita va in pausa. E, proprio perché si tratta di una pausa forzata, non la accetto, cerco di respingerla con tutta me stessa. La sensazione di non essere più “normale” mi assaliva già da qualche giorno. Cominciavo piano piano ad arrancare, facevo fatica a pensare, organizzare, pianificare, prevedere. Cercavo di far tutto lo stesso, ma quel tutto si sgretolava tra le mie mani strette in una morsa di inutile rabbia.

Poi all’improvviso sono sul divano o a letto, immobile di un’immobilità non accettata, inerme di una passività che non mi appartiene. Io che son capace di fare mille cose in poco tempo, mi ritrovo ad emettere solo dei lamenti che ingoio per non farli sentire.

E la vita intanto mi chiama. Mi chiamano le cose lasciate miseramente in sospeso, mi chiamano gli impegni disattesi, mi chiamano gli appuntamenti mancati, mi chiamano le promesse fatte e non mantenute, mi chiamano le scadenze improrogabili.

La vita mi chiama mentre io, avviluppata da un dolore immane, vorrei risponderle, ma non posso, semplicemente non posso.

Poi, appena un briciolo di forza torna e raccolgo i pezzi di me stessa sparpagliati in un disordine non voluto, cerco di rispondere alla vita senza giustificarmi come facevo un tempo. Non mi sento più in colpa adesso, semplicemente perché colpa non ne ho.

By Vicky